Anestesia epidurale: dove, come e quando farla

Arianna Preciballe
  • Art Director
  • Appassionata di tv e Spettacolo

Che cos’è l’epidurale? In cosa consiste l’anestesia epidurale nel parto e chi può farla? Scopriamone insieme di più. 

Anestesia epidurale: dove come e quando farla FINIRE

Diventare madre è un’emozione indescrivibile e bellissima ma molte donne temono il momento del parto: madri, amiche e parenti spesso raccontano il travaglio come un momento drammatico dove il dolore può superare qualsiasi aspettativa.

Appurato che non tutti i travagli risultano così drammatici, per chi volesse attenuare questo dolore esiste l’anestesia epidurale.

Si tratta di un’anestesia parziale localizzata, un tipo di anestesia per tenere vigile la partoriente evitandogli il dolore del parto ma rendendola partecipe del parto.

Che cos’è l’anestesia epidurale?

Anestesia epidurale: dove come e quando farla FINIRE

L’anestesia epidurale è una pratica anestetica che viene somministrata in casi di interventi specifici, atti ad intorpidire solo alcune parti del corpo. Le operazioni in cui l’anestesia epidurale viene praticata sono ad esempio interventi alle zone pelviche oppure alle gambe.

Seppur questo tipo di anestesia viene consigliata dai medici, però, bisognerebbe conoscere in ogni caso esattamente di cosa si tratta e quali rischi eventualmente comporta.

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Innanzitutto bisogna sapere che tale anestesia viene somministrata all’interno dei dischi intervertebrali, andando ad intorpidire i nervi che da qui passano e attraverso la spina dorsale mandano, fra gli altri, i segnali di sensazione di dolore al cervello.

L’anestesia che qui viene somministrata attraverso dei farmaci specifici, ha lo scopo di interrompere proprio questa sensazione di dolore e, una volta in circolo, rendono il soggetto incapace di muovere le gambe che risulteranno intorpidite.

In ogni caso, dopo alcune ore in cui l’anestesia perderà la sua efficacia, tutto tornerà alla normalità. I rischi derivanti da questo tipo di pratica, oggi sono ridotti al limite, grazie anche e soprattutto alle evoluzioni tecnologiche e mediche che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante. Tuttavia, è bene ricordare che nessun tipo di intervento e pratica anestetica sono esenti totalmente da rischi, anche in virtù delle normali differenze di reazione da soggetto a soggetto.

Per scongiurare a priori ogni tipo di effetto collaterale, prima di sottoporsi all’anestesia epidurale, il paziente dovrebbe comunicare al medico i propri eventuali problemi di salute, come ad esempio ai polmoni o al cuore, allergie, etc. In seconda battuta, palesare i nomi dei farmaci che eventualmente si stanno assumendo in quel periodo.

Dopo l’operazione potrebbe presentarsi sensazione di nausea e vomito che, tuttavia possono essere facilmente affrontate con l’utilizzo di farmaci specifici anti nausea. Nei soggetti più deboli, come gli anziani o pazienti che presentano già gravi problemi di salute, possono verificarsi dei rarissimi casi di infezioni ai polmoni, di ictus, attacchi di cuore e, con ancora minore probabilità, arresto cardiaco.

Come viene fatta l’epidurale

Anestesia epidurale: dove come e quando farla FINIRE

Viene effettuata inserendo un ago nella zona lombare tra due vertebre e con un sondino viene somministrato l’anestetico: il sondino verrà rimosso alla fine del parto, sondino utile durante il parto e subito dopo, per eventuali somministrazioni aggiuntive di anestetico.

Vantaggi e svantaggi dell’anestesia epidurale

Effettuare questa anestesia durante il parto presenta sia vantaggi che svantaggi: per questo la futura mamma dovrà informarsi molto bene prima di decidere il da farsi.

Vantaggi anestesia epidurale

Il principale vantaggio dell’epidurale è l’eliminazione del dolore: la partoriente è cosciente e sente le contrazioni ma allo stesso tempo il dolore non viene trasmesso al cervello.

Svantaggi anestesia epidurale

Gli svantaggi consistono negli effetti collaterali che può provocare: essi sono numerosi anche se la percentuale di casi in cui si sono verificati è bassissima.

Questi effetti collaterali possono essere

  • un rallentamento della frequenza cardiaca fetale
  • una difficoltosa nella discesa del feto nel canale del parto
  • un abbassamento della pressione della partoriente
  • mal di testa che può durare per diverse ore
  • reazioni allergiche ai farmaci utilizzati.

Essendo un anestesia vera e propria tra l’ottavo e il nono mese la futura mamma deve incontrarsi con l’anestesista per effettuare tutti i controlli necessari.